IN ITALIA UN PATRIMONIO IMMOBILIARE PRIVATO IN MANO A GRANDI PROPRIETARI NAZIONALI DA 144,5 MILIARDI DI EURO
Il Report “Investire nell’Italia” di Scenari Immobiliari, promosso da Fabrica Immobiliare SGR presentato al 32mo Forum di Rapallo: cresce il ruolo delle Casse previdenziali italiane non solo come investitori istituzionali, ma anche come promotori di iniziative che contribuiscono allo sviluppo sostenibile e infrastrutturale del Paese
Il patrimonio immobiliare privato detenuto oggi in Italia dai grandi proprietari nazionali vale circa 144,5 miliardi di euro, con prevalente destinazione a uffici, di cui 48 miliardi relativi a immobili storici, che sono circa 2.300 in totale sul territorio nazionale. Un bacino edilizio ampio la cui vetustà rappresenta un rischio di sostenibilità complessiva e di rango, nell’ambito del rispetto degli obiettivi del “Green deal” europeo al 2030 e 2050, sempre più pressanti. In questo scenario, le Casse previdenziali italiane svolgono un ruolo fondamentale non solo come investitori istituzionali, ma anche come promotori di iniziative che contribuiscono allo sviluppo sostenibile e infrastrutturale del Paese. Le loro decisioni di investimento sono guidate da un complesso equilibrio tra la necessità di generare rendimenti stabili per garantire gli obiettivi dei singoli Enti e la responsabilità di promuovere pratiche sostenibili e socialmente responsabili. Questi sono alcuni degli spunti che emergono dal Report “Investire nell’Italia”, realizzato da Scenari Immobiliari e promosso da Fabrica Immobiliare SGR, presentato durante 32°Forum Scenari di Rapallo.
“In occasione del 32 Forum Scenari – afferma Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – abbiamo deciso di esplorare il tema dell’importanza degli investitori istituzionali nazionali per l’industria immobiliare italiana, dalla evoluzione gestionale alle sfide future, con l’obiettivo di dare evidenza della particolarità del patrimonio immobiliare nazionale, scheletro infrastrutturale del Paese, e della necessità di una lettura adeguata dell’applicabilità dei criteri Esg su asset immobiliari complessi e unici, come sono i beni storici”.
“Sensibilità di governance sempre più affinate – commenta Giovanni Maria Benucci, amministratore delegato di Fabrica Immobiliare SGR – strutture interne di valutazione e monitoraggio sempre più solide fanno delle Casse di Previdenza un investitore sempre più esigente e determinato che ai target di rendimento associa concreti obiettivi di responsabilità sociale, offrendo così un contributo consapevole e costante allo sviluppo del paese”.
Come emerge dal Rapporto di Scenari Immobiliari e Fabrica Immobiliare SGR, la lettura, anche attraverso le interviste ai protagonisti, evidenzia come sempre più spesso gli investitori debbano destreggiarsi tra sollecitazioni istituzionali per il raggiungimento di traguardi economici sfidanti, il mantenimento degli obiettivi che caratterizzano la loro mission, la tutela delle categorie che rappresentano e le criticità derivanti dal confronto con i traguardi di sostenibilità, conseguenti alle difficoltà di messa in atto di azioni per l’adesione ai criteri Esg su un patrimonio immobiliare storico.
All’interno di un quadro già complesso, i gestori dei patrimoni immobiliari (siano essi i diretti proprietari che soggetti terzi con incarico specifico), devono orientarsi tra un coacervo di azioni possibili ma non sempre applicabili alle specificità dei beni. La situazione irrigidisce l’erogazione di credito da parte di istituti finanziari e si prospetta un futuro determinato da limiti e maggiore rischio fino, nel medio-lungo periodo, alla possibilità di “esclusione” da un mercato sempre più attento (per obbligo o per scelta e propensione) ad allinearsi a standard di prestazione elevati.
La gestione del patrimonio immobiliare storico e di vecchia edificazione rappresenta una sfida complessa ma cruciale per gli investitori istituzionali italiani, soprattutto in un contesto sempre più orientato verso la sostenibilità e il rispetto dei criteri ESG. La necessità di tutelare il patrimonio culturale del Paese deve essere bilanciata dalla necessità di adeguare tali beni agli standard di efficienza energetica richiesti dalle normative europee e dalle politiche nazionali. Per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile una revisione delle normative vigenti, che consenta una maggiore flessibilità negli interventi edilizi e una semplificazione delle procedure autorizzative.
Solo attraverso un approccio integrato, che combini una maggiore efficienza gestionale con un intervento normativo mirato, sarà possibile garantire la valorizzazione del patrimonio immobiliare storico in un’ottica di sostenibilità. Gli investitori istituzionali, chiamati a gestire patrimoni complessi e di grande valore culturale, devono poter contare su strumenti normativi adeguati che permettano loro di conciliare le esigenze di tutela con gli obiettivi economici e ambientali imposti dai criteri ESG.